“Brand Activism è una call to action rivolta a tutti i business leader. Perché il tempo è quasi scaduto”.
Questa l’introduzione e l’appello che Kotler e Sarkar, autori del libro, rivolgono alle aziende di tutto il mondo.
L’attivismo dei brand, tema di grande attualità e naturale evoluzione dei programmi di Corporate Social Responsibility (CSR), rappresenta la “dichiarata volontà di un’impresa di partecipare a cause sociali e di assumersi responsabilità circa il raggiungimento del bene comune.”
Ma cosa significa essere un brand attivista? Come passare dagli slogan pubblicitari ad azioni concrete? E soprattutto come integrare il bene comune nelle strategie aziendali?
Obiettivo degli autori – che non necessitano di presentazioni – è quello di stimolare queste domande fornendo una guida per elaborare un’efficace strategia di attivismo.
Ma da dove nasce l’attivismo dei brand?
Negli ultimi anni sempre più imprese hanno iniziato a prendere posizione su temi sociali. La prima parte del libro è dedicata proprio a spiegarne le motivazioni. Di fatto la perdita di fiducia verso le istituzioni deve trovare risposta nelle imprese, alle quali viene richiesto di agire in prima linea.
Problemi sempre più urgenti da un lato e una crescente attenzione da parte di Millennials e Generazione Z alle azioni svolte dalle imprese in tema di attivismo, spingono i brand a prendere posizioni sui problemi generali. In definitiva, se in passato prendere una posizione su alcuni temi era una scelta, oggi non è più così: alle imprese oggi è richiesto di essere parte attiva del cambiamento.
Fare attivismo fa bene al business.
Il brand activism progressivo – leggendo il libro scoprirai che esiste anche quello regressivo – sta infatti diventando un vero e proprio fattore differenziante. “Le imprese che sul lungo periodo hanno le prestazioni migliori incorporano nella loro attività un purpose sociale, che è importante quanto quello economico”.
Aziende come Patagonia, The Body Shop o Nike hanno già intrapreso questo percorso e tra le pagine del libro scoprirai quali azioni hanno messo in campo per diventare “brand progressisti”.
La base del brand activism: i valori
“Il brand activism può essere definito come una strategia di consonanza. I valori che l’impresa rappresenta devono allinearsi con i valori del futuro cliente”.
Ma quali sono i passi per allineare i valori e come costruire una strategia di brand activism efficace? A questa domanda gli autori rispondono illustrando un proprio modello che troverai descritto nel Capitolo 7.
L’ultimo capitolo infine “Voci dal fronte” raccoglie autorevoli punti di vista oltre che esempi di aziende che hanno già scelto di agire per il bene comune, “testimonianze dirette di cosa voglia dire fare brand activism oggi”.
Se anche tu vuoi prendere parte al cambiamento, ora non ti resta che leggere “Brand Activism”
A chi è rivolto? A Imprenditori, Marketer e a tutti coloro i quali vogliono prendere parte al cambiamento.
È da avere in libreria? Una lettura indispensabile per capire i tempi attuali e futuri. Il libro è infatti uscito negli USA due anni fa, ma oggi, a seguito della pandemia sembra ancora più attuale.