Come hanno fatto tre laureati a sconvolgere l’industria alberghiera facendo tanti soldi quanti nemici? Ecco, se ve lo siete mai chiesti ora potete avere tra le mani la risposta.
La storia è ormai una leggenda, anche fuori dalla Silicon Valley. Non starò qui a dilungarmi su questo perché vi basterebbe Wikipedia a sapere com’è andata. Vi dirò invece altro.
Si stima che ogni notte almeno 1 milione di persone dorma in un letto che ha trovato su AIRBNB, piattaforma nata nel 2007 da due neolaureati alla Rhode Island School of design e un terzo amico entrato subito ad aiutarli nell’impresa. Nel 2011 l’azienda prendeva 112 milioni di dollari dai finanziatori per continuare con il loro lavoro: non male vero per due amici che hanno sfruttato una convention a San Francisco per mettere dei materassi nel loro soggiorno e affittarli in una città che aveva il tutto esaurito negli hotel!
Il successo di AIRBNB
L’assoluta novità introdotta da AIRBNB sta nell’aver eliminato le barriere e aver creato una piattaforma che tutti riescono usare. Ma c’è un altro motivo per cui AIRBNB è sempre stata così diversa dalla concorrenza (soprattutto quella di allora): opera in un contesto urbano. Prima la maggior parte delle aziende che si occupavano di locazione si focalizzavano sulle seconde case o su alloggi in località di villeggiatura.
Oltre ad aver ribaltato i concetti di hotel, viaggi, spazi e fiducia, AIRBNB ha fatto pezzi anche fondamenti del management tradizionale. Uno degli aspetti da sottolineare infatti è l’iniziale mancanza di esperienza dei tre fondatori che hanno dovuto imparare ad essere dei leader. Ma, a differenza di altre aziende in cui fondatori si dividono ad un certo punto o si affidano a professionisti, i tre leader sono ancora insieme e attivi alla guida della navicella che si sono costruiti.
AIRBNB tra successi e problemi
Creare e far crescere l’azienda non è stata una passeggiata e sicuramente a distanza di 25 anni gli ostacoli superati sono stati tanti. Battaglie legali, problemi di razzismo, crimini finiti davanti ad un giudice, truffe. E, come ben sappiamo, i guai non finiscono mai.
Ma la tenacia e la fiducia nel progetto, che hanno guidato l’azienda fino ad oggi nonostante i mille problemi avuti, permetterà ad AIRBNB di andare avanti sulla propria strada.
Io adoro questi libri. Adoro le storie. Adoro i retroscena poco conosciuti. Adoro scoprire i salti nel buio e i fallimenti. Perché sì, fa tutto parte del gioco. Non dobbiamo mai solo vedere il lato patinato di certe aziende, le facciate appena affrescate. È negli scantinati che si trovano le cose interessanti.
I coniugi Campbell
Chiudo questa recensione con la storia dei coniugi Campbell (nel libro dicono 71 anni lui, 60 lei ma non so dirvi in che anno, penso nel 2017), che nel 2013 lasciano la loro casa di Seattle, mettono quello che possono in due valigie e partono per l’Europa con l’obiettivo di visitare il più possibile soggiornando in Airbnb ad un massimo (in media) di 90 dollari a notte. Nel 2016 avevo soggiornato in 125 posti diversi, in 56 paesi. Hanno venduto la loro casa nel 2015. Hanno aperto un blog e scritto un libro. Oggi sono a quota 290 Airbnb e 85 paesi.
Questo per dirvi che dietro ad una storia, ad un’azienda, c’è tanto altro che non sappiamo. Se volete scoprire altro su AIRBNB e come ha cambiato la vita a tanti non vi resta che leggere il libro!