Sai cos’è la “Total Experience”? È un approccio profondo tra il percorso di trasformazione digitale delle organizzazioni e il loro sviluppo incentrato sulle persone. Perchè partire da questo? Perchè il mondo è cambiato, il marketing pure e le organizzazioni, in Italia e nel mondo, si stanno adeguando.
Abbiamo capito (spero!) che non basta aprire/aumentare i canali utilizzati dalle aziende per entrare in contatto con i clienti (o potenziali tali), bisogna investire sulle risorse affinché funzionino. Questo vuol dire comprendere come “sia essenziale e fondamentale sviluppare un approccio che miri a creare un’esperienza uniforme, coerente e positiva, multicanale, da un lato, e omni-canale per il cliente in ogni punto di contatto con l’organizzazione o il marchio”.
Ho preso le parole di Daniel Casarin nella prefazione perchè non avrei saputo dirlo meglio. Questo processo ovviamente richiede “una strategia che tenga conto non solo delle esigenze e delle aspettative del cliente, ma anche del benessere e della soddisfazione dei dipendenti che interagiscono con il cliente stesso. La soddisfazione dei dipendenti, infatti, si riflette direttamente sulla qualità dell’interazione con il cliente e, pertanto, è necessario implementare politiche aziendali che promuovano un ambiente di lavoro stimolante e gratificante.”
È da qui che si collega il concetto di “Total Experience” e di “Agile Marketing”, tema di questo libro super approfondito su come oggi sia necessario andare oltre la rigidità del marketing tradizionale a favore dell’agilità chiesta da un mercato in continua evoluzione.
Agile marketing e cultura aziendale
L’agile marketing non è una strategia, ma fornisce i mezzi per attuarne una in modo più efficace ed efficiente. Penso che questo sia il primo punto da fissare e il primo errore che tante organizzazioni/persone compiono. È un modello operativo che ridefinisce processi, strutture ed esecuzione, rendendo la strategia più adattiva e reattiva, lavorando più focalizzati sul cliente.
Autonomia, impatto, velocità, apertura e condivisione sono le parole chiave che definiscono un’efficace cultura aziendale, dove con questo termine intendiamo, per semplificare, “il modo in cui si fanno le cose” cioè principi e regole che orientano relazioni e interazioni tra i membri dell’organizzazione.
“In un contesto di agile marketing, in cui la rapidità di risposta e l’innovazione continua sono vitali, una cultura che supporti questi principi diventa un fattore di successo critico. Non esistono soluzioni preconfezionate o formule magiche da adottare. La cultura è un elemento che spesso, anche per una PMI, può essere considerato complesso, sfaccettato e profondamente radicato. Coloro che propongono risposte semplicistiche per il cambiamento culturale in azienda spesso non comprendono appieno la sottigliezza della questione, italiana in primis.”
La creazione di una cultura che supporti l’agile marketing in Italia richiede una comprensione profonda:
- della psicologia organizzativa,
- della dinamica dei team,
- dei bisogni e desideri dei clienti.
Diciamo addio all’idea del dipendente come mero ingranaggio della nostra macchina aziendale; oggi bisogna cambiare approccio e dare importanza all’interazione umana, alla collaborazione, alla creatività. In poche parole, bisogna creare Organizzazioni aumentare
Le organizzazioni aumentate, cosa sono?
“Progettare organizzazioni aumentate e agili significa creare un ecosistema in cui la tecnologia non sia un meno strumento per amplificare la possibilità di controllo e ridurre la dimensione sociale, ma un mezzo per potenziare l’autonomia, la collaborazione e l innovazione. Questo approccio promuove una cultura di responsabilità e fiducia, incoraggiando i membri del team a prendere l’iniziativa e a collaborare in modo più efficace. La Tecnologia diventa un facilitatore, non un ostacolo, per una comunicazione e una collaborazione più profonda.”
Il risk management
Nell’ottica dell’agile marketing e della ricerca di nuove strade, che sfidino convenzioni e cerchino nuove prospettive, si inserisce un argomento spesso tralasciato: il risk management. Quella cosa a cui si pensa quando solitamente è troppo tardi, almeno nelle organizzazioni classiche, ma che nella mentalità agile ricopre un ruolo fondamentale.
Il risk management è un “partner” indispensabile che aiuta a riconoscere “i potenziali pericoli e le incertezze che possono emergere durante l’implementazione delle strategie di marketing, valutandoli e mitigandoli in modo da bilanciare l’innovazione con una gestione prudente delle potenziali minacce.”
In pratica: con l’agile marketing ci si concentra sull’adeguamento rapido alle opportunità e grazie al risk management siamo sicuri che queste decisioni siano prese con una piena consapevolezza dei rischi associati.
Non si tratta solo di garantire che le strategie di marketing agile siano conformi alle leggi e ai regolamenti pertinenti, mitigando i rischi legali e reputazionali, ma contribuisce alla gestione efficace delle risorse, assicurando che non siano esposte a rischi inaccettabili. Se la tua mente è andata subito al “Caso Ferragni” che imperversa in questi giorni sappi che anche la mia ha fatto questo pensiero.
Agile marketing e intelligenza artificiale
Oggi l’intelligenza artificiale mette sui nostri tavoli una quantità di dati e previsioni molto curate aiutandoci nell’adozione di decisioni ponderate in tempo reale. Spesso però in azienda tutto questo si scontra con una struttura organizzativa che rende poco agile la fase decisionale soffocata dalla gerarchia. Cosa ce ne facciamo dell’ intelligenza artificiale se poi non siamo in grado di usarla con i giusti tempi compromettendone l’efficacia? È qui che agile marketing e intelligenza artificiale diventano un binomio di successo.
“Le tecnologie digitali stanno radicalmente trasformando la dinamica del processo decisionale all’interno dell’organizzazioni. Le aziende sono in grado di trascendere le rigide strutture verticali che hanno dominato il panorama organizzativo per decenni, favorendo invece architetture aziendali più orizzontali e configurabili; in poche parole agili.”
Ma non è tutto cosi semplice, e immediato. Anzi, è il contrario. Il cambiamento, digitale e agile, richiede tempo e una road map.
Data-drive e Agile marketing
“I dati sono al centro di un approccio di agile marketing; aiutano i marketer definire la strategia, a identificare le opportunità di crescita e a comprende il pubblico.” Ma non è un processo lineare, bensì un ciclo continuo di miglioramento.
Attraverso l’analisi dei dati si testano ipotesi, si vedono i risultati, si affinano le strategie e si sperimentano nuovi approcci. Ma soprattutto si misurano le performance.
Se sei arrivato fino a qui penserai che quello che hai letto sopra copre almeno 3/4 del libri e invece no: quello di cui ho parlato fino ad ora è SOLO nella prefazione di Daniel Casarin, imprenditore, analista, formatore e docente, che attraverso la sua esperienza ci introduce in questo libro di Neil Perkin che non è un mero manuale teorico: è un modello operativo.
Il marketing nell’era digitale
Il racconto Neil Perkin inizia con la visione della situazione attuale di quello che è il marketing oggi partendo da un presupposto diverso dal solito: cosa NON è cambiato in questi anni? Spoiler: Tanto. Anzi, tantissimo. Non ci credi? Leggi e vedrai come in fondo i nuovi contesti e le tecnologie digitali hanno si messo in discussione e generato nuovi approcci e focus, ma le basi restano le stesse.
Dal marketing di oggi all’agile marketing il passo è breve, anche perchè l’autore stesso ci dice che “le basi di quello che cerchiamo di ottenere con l’agile marketing sono esattamente le stesse del marketing; quello che cambia è il come riusciamo ad avviare il procedimento.”
Infatti si parte dalle 4P del Marketing Mix (prodotto, prezzo, distribuzione e promozione) e si aggiunge un’altra P: quella di PROCESSO. Il processo è complementare agli altri 4P e ci assicura che la strategia e lo svolgimento siano focalizzati sul cliente, in modo adattivo e agile, nonché guidato dei dati.
Scoprirete, in modo dettagliato, come si siano create molte metodologie differenti intorno al movimento dell’Agile marketing perché non c’è niente di rigido e immutabile quando si usa la filosofia agile. Ci sono dei principi essenziali, questo si, che possono però essere applicati in modo diverso tenendo conto dei unici contesti in cui operano team.
Agile marketing non riguarda però solo strategia ed esecuzione: riguarda (forse in primis) la mentalità che sta dietro a tutta questa metodologia/filosofia; che è spesso la causa di grandi fallimenti nell’applicazione.
I vantaggi dell’Agile marketing
Ma perchè affidarsi all’applicazione dei principi di agile marketing? Qui un piccolo recap dei vantaggi e di quello che piano piano sviene poi snocciolato, punto per punto, nel libro:
- Tempi di commercializzazione,
- capacità di adattamento,
- maggiore efficienza,
- creazione di valore e produttività,
- risultati migliorati,
- consegna di valore continua, coinvolgimento dei dipendenti e cultura di squadra,
- sincronia e focus,
- apprendere in fretta su vasta scala,
- ottimizzazione innovazione,
- flessibilità e problemi di sciame.
Lavorare a sprint, usare lo Scrumban, capire il valore del riscontro e del “safe to fail”, misurare e usare gli OKR: tutto questo non sarà più un mistero per dopo aver letto la parte dedicata all’esecuzione.
Agile marketing e strutture del team
Lo ammetto: il capitolo che più ho trovato utile, per me, è quello dedicato alle strutture. Lavorando con un team di ormai quasi 20 persone ho visto i problemi, di gestione e comunicazione, crescere in questi anni. Per cui scoprire il concetto di persone e linee ha dato senso a molti miei pensieri di questi anni. “Un team, due pizze” è già diventato il mio nuovo mantra 😉
Il concetto di base è che i team che possono raggiungere grandi risultati sono quelli piccoli, interfunzionali e dotati di tecnologia giusta. È fondamentale che ci sia un leader che indichi la direzione, si coordini tra marketing e investitor, supervisioni, capisca per primo le necessità dei clienti e valuti i progressi. Ma, ho scoperto, ci deve essere anche un Scrum master, qualcuno cioè che controlli come il team sta lavorando.
Le figure all’interno di un team (piccolo) di Agile marketing sono comunque diverse e hanno un ruolo definito e chiave. A te scoprirlo insieme al modello “squadre, rami e tribù” creato da Spotify e diventato ormai un approccio popolare quando si parla dell’applicazione dell’agile marketing su larga scala, e a quello Hollywood che si, prende il nome proprio dagli studios di LA.
I dati sono il fondamento dell’agile marketing
Per i team di agile marketing i dati sono inseriti in tutte le scelte, nei processi e nell’esecuzione; aiutano a ragionare, risolvere problemi e creare valore.
La raccolta dei dati, la loro aggregazione e immagazzinazione, la pulizia e l’amministrazione sono le solide basi su cui verterà poi tutto il sistema. Anche perchè gli errori sono dietro l’angolo, soprattutto dato che abbiamo a che fare (molto spesso!) con software.
Questo libro si concentra sull’applicazione dei principi delle pratiche agile per facilitare lo svolgimento del marketing, in modo che siano davvero adeguate ai tempi moderni.
C’è la giusta dose di teoria; quella necessaria a capire la filosofia da cui nasce e la mentalità giusta con cui approcciarsi.
E poi c’è la parte più “operativa”, quella che mostra l’esecuzione dell’agile marketing evidenziando i diversi approcci; perchè, come più volte detto, ogni team e ambiente è diverso e solo trovando la propria strada si riesce ad applicare davvero la metodologia.
Ci sono tanti, tantissimi esempi in ogni capitolo, volti ad aiutarci a comprendere meglio la teoria, e tanti consigli.
Questo libro è super consigliato a chi deve gestire un team, a chi già lo fa ma non riesce a far produrre risultati e a chi nella vita vuole diventare motore di cambiamento per se, la propria azienda e le persone che ci lavorano.