Il panorama del marketing nell’era della trasformazione digitale: qual è la tua opinione riguardo al significato della crescita aziendale oggi e in particolare nell’era dell’intelligenza artificiale?
Il punto è piuttosto semplice. Se le aziende aspirano a crescere e a competere efficacemente in un contesto globale sempre più dominato dall’Intelligenza Artificiale, sarà imprescindibile adottare una strategia integrata che contempli sia l’adozione di un’automazione intelligente dei processi, sia il potenziamento delle capacità umane e qui parliamo di innovazione intelligente. Questa sinergia rappresenta sia un’opzione strategica, che una necessità essenziale per mantenere un vantaggio competitivo sostenibile.
Nelle aziende di maggior successo l’IA sta rapidamente assumendo il ruolo di motore universale dei processi di trasformazione (non solo digitale), diventando sempre più il fulcro del modello operativo. Questo fenomeno rappresenta un salto culturale e cognitivo che ridisegna profondamente il modus operandi delle imprese che conosciamo, ridefinendo l’impatto su mercati e acquirenti. L’IA ha la capacità di infrangere i tradizionali silos funzionali, emergendo come un nuovo potenziale motore pulsante che permea l’intera organizzazione, trasformandone ogni aspetto e rendendo obsoleti i confini operativi che abbiamo conosciuto fin qui.
Dobbiamo solo comprendere come risolvere rapidamente l’enorme gap, che continuerà ad espandersi tra PMI e grandi imprese partendo proprio dalla tecnologia e dall’uso dell’IA come forza, metodo, disciplina in grado di accelerare la crescita aziendale.
Come valuti l’evoluzione delle attività di crescita aziendale e di marketing con l’aumento e l’evoluzione dei canali di comunicazione, interazione e relazione?
Che noi lo vogliamo o no, l’evoluzione delle attività di crescita aziendale è strettamente legata all’incremento e all’innovazione dei canali di comunicazione, interazione e relazione con il nostro potenziale cliente. La diversificazione consente alle aziende di creare strategie multi-canale più sofisticate, che sfruttano i punti di forza di ciascun canale. Una diversificazione di canali che deve essere governata.
L’analisi dei dati derivanti da questi canali è cruciale per comprendere il percorso del cliente e ottimizzarne le strategie durante l’intero ciclo-vita. Per questo dobbiamo prendere rapidamente coscienza dell’enorme complessità che si sta generando nel percorso di conversione del nostro cliente.
Nell’era dell’economia dell’attenzione dobbiamo incrementare l’utilizzo di strumenti di data analytics e metodologie che ci permettono di tracciare risultati e focalizzare al meglio le nostre energie sulla creazione continua di contenuti di alta qualità in grado di generare costantemente nuova attenzione e memorabilità del nostro brand.
L’importanza della Total Experience (TX): Come può un’esperienza uniforme e coerente, sia multicanale che omnicanale, influire sulla costruzione del brand e sulla soddisfazione del cliente?
L’importanza della Total Experience (TX) risiede nella capacità di offrire un’esperienza uniforme e coerente attraverso tutti i canali di comunicazione, interazione, relazione e servizio. Questa strategia integrata migliora la soddisfazione del cliente e ha l’obiettivo di rafforzare anche la costruzione del brand, creando una percezione positiva e affidabile dell’intera organizzazione. Ricordiamo che la TX integra Customer Experience (CX) ed Employee Experience (EX), collegandole in un unico quadro olistico che massimizza, come accennavo più sopra, la qualità delle interazioni.
Secondo Gartner, l’adozione efficace della TX può migliorare del 25% le metriche chiave di soddisfazione rispetto ai concorrenti, grazie all’interconnessione delle esperienze di clienti e dipendenti.
Un’esperienza coerente aumenta la fiducia dei clienti, rafforza la lealtà al brand e promuove il coinvolgimento dei dipendenti, i quali sono più motivati e soddisfatti nel loro ambiente di lavoro. Questa simbiosi tra CX ed EX, posso garantire che contribuisce anche ad una maggiore efficienza operativa e ad un vantaggio competitivo sostenibile.
Dalla mia esperienza imprenditoriale, avendo abbracciato questo concetto con Adv Media Lab, posso garantirvi che il risultato è a dir poco palese. Resta sempre il fatto che la perfezione di un modello non esiste, o meglio, è un obiettivo, per questo è necessario soprattutto in questi aspetti più concreti abbracciare la trasformazione agile.
Bilanciare strategia ed efficienza operativa: come può un’azienda integrare l’innovazione strategica con la disciplina manageriale – possibile solo attraverso una forte pianificazione che ha sempre bene in mente gli obiettivi di business – per ottenere risultati migliori per i clienti e l’organizzazione?
Le imprese possono raggiungere questo equilibrio attraverso una pianificazione robusta e focalizzata sugli obiettivi aziendali, definendoli prima e attivando una serie di best practices che combinano la visione strategica con un’esecuzione rigorosa.
Un fatto che va ripetuto sempre più spesso è che le organizzazioni di successo sono quelle che adottano una mentalità orientata alla crescita, sostenuta da azioni coraggiose e ben definite. Queste aziende si impegnano a sviluppare strategie di crescita che non solo si basano su una chiara comprensione delle opportunità di mercato ma che sono anche supportate da un investimento mirato in risorse e veri e propri talenti.
Nella realtà, l’importanza di una pianificazione strategica diventa tale solo esclusivamente quando si sottolinea la necessità di eccellere nelle operazioni quotidiane, adattandosi alle mutevoli esigenze dei clienti. Questa connessione o combinazione a seconda di come la vogliamo chiamare, tra strategia e operatività, consente alle aziende realmente di rispondere agilmente alle sfide del mercato, mantenendo al contempo una visione a lungo termine in grado di guidare una crescita sostenibile.
Un argomento interessante è la correlazione tra agile marketing e risk management. Come questi due concetti si intersecano per garantire sia l’innovazione che la gestione dei rischi in modo efficace? Come può un approccio agile salvaguardare gli investimenti aziendali?
Credo che la correlazione tra agile marketing e risk management è una tematica di grande rilevanza che coniuga l’innovazione con una gestione oculata dei rischi, garantendo al contempo la salvaguardia degli investimenti aziendali. È un tema ad oggi ancora completamente sottovalutato.
L’approccio agile, con la sua natura iterativa e flessibile, è particolarmente adatto alla gestione dei rischi, non trattandola come un processo separato, ma integrandola completamente nelle pratiche quotidiane. Questa integrazione consente di identificare, monitorare e mitigare i rischi (quasi) in tempo reale, riducendo l’incertezza e aumentando la probabilità di successo dei progetti.
Vorrei inoltre sottolineare questo. Nell’ambito dell’agile marketing, il risk management non si limita alla semplice individuazione dei rischi, ma si estende alla loro gestione attiva e proattiva dello sviluppo aziendale. La trasparenza e la comunicazione costante tra i membri, centrale della cultura agile, diventano poi essenziali per garantire che i rischi siano affrontati tempestivamente ed efficacemente.
L’urgenza di agire trovando una giusta misura è evidente: il futuro delle nostre imprese dipende dalla nostra capacità di innovare e adattarci, superando le concezioni abituali.
Trovare la misura significa partire da un asse centrale, nel senso di fattore ordinatore da cui tutto il resto dipende.
Qual è il ruolo dei dati e della gestione dei dati nel supportare una strategia di agile marketing? Come le aziende possono sfruttare i dati per prendere decisioni informate e migliorare l’efficienza ed efficacia delle loro campagne di marketing?
Oggi la raccolta sistematica di dati dai vari touchpoint consente alle aziende di comprendere meglio i comportamenti, le preferenze e le esigenze dei clienti. L’uso di strumenti avanzati di data analytics, come l’intelligenza artificiale e il machine learning, permette di segmentare nei moderni CRM i clienti in micro-segmenti altamente specifici, offrendo contenuti personalizzati e pertinenti in tempo reale.
E qui torniamo alle basi. Implementare un ciclo continuo di feedback e sperimentazione è fondamentale per l’agile marketing. Lo dovremmo già sapere, le aziende devono essere in grado di adattare rapidamente le loro campagne in base ai dati raccolti, migliorando così la rilevanza e l’efficacia delle loro comunicazioni. L’utilizzo di analisi predittive poi aiuta a prevedere i bisogni dei clienti, consentendo di offrire contenuti e prodotti pertinenti in anticipo.
I dati possiamo considerarli dei veri e propri punti cardinali, che aiutano chi si occupa di marketing a definire la strategia, a identificare le opportunità di crescita e a comprendere il pubblico.
Ricordiamo infine che i dati sono funzionali agli scopi dell’economia tecno-capitalista in cui siamo immersi, frutto di una specifica implementazione di uno stack tecnologico, composto, nel più potente dei casi, da quattro componenti essenziali. Il primo è la data pipeline: il processo semiautomatizzato che raccoglie i dati, ripulisce, integra e salvaguarda dati in modo sistematico, sostenibile e “scalabile”. Il secondo componente sono gli algoritmi, che generano previsioni su stati o azioni future dell’impresa. La terza è una piattaforma di sperimentazione, su cui vengono testate ipotesi riguardanti nuove funzionalità e algoritmi per fare in modo che i suggerimenti e gli scenari abbiano l’effetto desiderato. Il quarto è l’infrastruttura, i sistemi che incorporano questo processo e lo collegano agli addetti ai lavori e a tutti gli stakeholder dell’impresa.
Rimbocchiamoci le maniche che il lavoro qui non manca…
Infine, qual è la via italiana all’agile marketing e quali sfide e opportunità comporta rispetto ai modelli stranieri?
La via italiana all’agile marketing deve presentare un percorso unico. Credo infatti, che sebbene possa essere ispirata da modelli internazionali, questa via debba affrontare sfide e opportunità specifiche al nostro contesto locale. Anzi questo è il punto da cui partire.
In primo luogo, ad esempio la cultura aziendale italiana spesso enfatizza l’importanza delle relazioni interpersonali e della creatività individuale. Questo, in realtà, può facilitare l’adozione di pratiche di agile marketing che valorizzano ad esempio la collaborazione e l’innovazione continua. Sottolineerei inoltre che le opportunità risiedono nell’incremento della personalizzazione e dell’attenzione al cliente, altro aspetto che sappiamo già radicato nel tessuto imprenditoriale italiano.
Ad ogni modo ricorderei che l’agile marketing può anche rappresentare una grande sfida, poiché questa richiede una struttura organizzativa flessibile, adattabile ed un’elevata iterazione, caratteristiche non sempre presenti nelle imprese italiane, soprattutto quelle che non sono state in grado di adattarsi ad un contesto in rapida accelerazione digitale.
Il punto è non aspettare. Chiedendosi se siamo realmente pronti ad affrontare i nuovi paradigmi che ci circondano.
Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, questa necessità si intensifica. Non basta più conoscere strumenti: è strategico padroneggiarli per ampliare le proprie competenze e soprattutto il proprio ruolo.
Le innovazioni basate sull’IA stanno rapidamente trasformando interi comparti. Un numero crescente di aziende stanno già introducendo queste tecnologie nei loro processi. È inutile attendere direttive esterne, il segreto è progettare, comprendere e mitigare i rischi associati. Sono già numerosi gli strumenti che possono alleviare il nostro carico cognitivo generato dall’iperinformazione. Usiamoli.
Ed è qui che dobbiamo capire che ci stiamo avviando verso un panorama iper digitale dove l’intervento e il contenuto autentico umano diventa sempre più raro e, di conseguenza, prezioso. Questo ci impone una riflessione critica sugli incentivi e gli aspetti economici legati ai contenuti generati dall’uomo.
Il futuro dipenderà solo dalla nostra capacità di riconoscere, proteggere, coltivare, sviluppare e valorizzare equamente la nostra creatività. E da italiani ma soprattutto europei basterebbe semplicemente ricordare chi realmente siamo.
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