Tra il 2017 e il 2018 l’Osservatorio Giovani dell’Ateneo Federico II di Napoli e il Co.Re.Com. Campania hanno avviato uno studio sul territorio campano con l’obiettivo di indagare l’uso dei siti di social network tra preadolescenti e adolescenti. Si è sviluppato successivamente un programma di ricerca cross-regionale più vasto dal titolo Web reputation e comportamenti online degli adolescenti in Italia che ha visto coinvolte le Regioni di Campania, Lazio e la Lombardia, con oltre 1.500 ragazzi.
Il libro Adolescenti Always On descrive e argomenta i risultati di questa ricerca.
“Mio figlio guarda i video su TikTok” è la frase che più pronunciata dai genitori con prole preadolescenti, quando parliamo di siti di social network. Capire cosa stia combinando il proprio erede mentre tiene lo smartphone in mano credo sia un grande dilemma. Il libro Adolescenti Always On costituisce una buona guida all’interpretazione dell’uso del Web da parte dei giovani, che nella maggior parte dei casi – nel 2022 – si riduce a Instagram, TikTok, Twitch, YouTube e WhatsApp.
Il testo porta il dibattito a un livello superiore, evidenziando l’importanza della alfabetizzazione digitale come una vera e propria politica pubblica per dare forma ai cittadini di domani. Sviluppo di competenze, media education e sapere critico sono le tre sfide che la scuola e tutte le altre istituzioni incaricate della formazione devono cogliere.
Un excursus che inizia trattando in maniera ampia le fondamenta teoriche degli studi sui media e le trasformazioni in atto nell’era digitale, per poi proseguire argomentando i risultati emersi dalla ricerca e le proposte attuabili non solo per prevenire potenziali disagi e rischi ma anche per interpretare i mutamenti di cui le nuove generazioni sono portatrici.
Occorre ripensare l’approccio al minore: non bisogna proibire, ma imporre la competenza tecnologica e la consapevolezza digitale in un mondo dove non esiste più la distinzione tra online e offline – si parla dunque di onlife – e la socialità digitale arricchisce e integra quella reale.
Identità e stili di presentazione
L’adolescenza è strettamente legata alla costruzione dell’identità: è in questa fase della vita che prende forma il “chi siamo” e “come vogliamo presentarci agli altri”. I media digitali hanno inciso notevolmente su questo processo, tanto che la creazione di un proprio profilo su un sito di social network può essere interpretato come un vero e proprio esercizio di costruzione della propria identità.
Osservando lo stile di presentazione del sé dei ragazzi campani, ne sono state rintracciate 4 tipologie:
- proiezione del sé: non mi svelo perché voglio salvaguardare la mia privacy e tutelarmi dai rischi;
- espressione del sé: condivido emozioni, stati d’animo, gusti e preferenze per assecondare le mie inclinazioni;
- empowerment del sé: enfatizzo la mia personalità e cerco una mediazione tra le mie aspettative e quelle di chi mi segue;
- esibizione del sé: autocelebrazione con l’obiettivo di raggiungere la popolarità e una buona reputazione.
Social media e rischi
Cyberbullismo, sexting, violazioni della privacy e abuso di dati personali sono rischi strettamente connessi alle opportunità relazionali offerte dai siti di social network.
Per interpretare al meglio i comportamenti rischiosi dei ragazzi, però, il libro invita a distinguere tra coloro che tendono a essere imprudenti in maniera intenzionale e coloro che lo sono perché inesperti. Ecco perché diventa determinante elaborare modelli di comportamento consapevoli.
In conclusione
Adolescenti Always On apre una riflessione necessaria sull’urgenza di lavorare alla media education delle giovani generazioni. In alcuni tratti pecca dell’obsolescenza derivata dal fatto che la ricerca è datata 2018: le piattaforme invecchiano insieme alle persone, dunque alcuni dati sull’utilizzo di Facebook tra i giovani nel 2022 sono irrilevanti. Diverso è per quello che riguarda il messaggio primario del libro: sviluppare forme di carattere educativo rivolte non solo agli adolescenti, ma anche ai genitori e agli insegnanti.
A chi è rivolto? Alle mamme e ai papà, a chi lavora con ragazzi dagli 11 ai 18 anni, a chi deve creare strategie di comunicazione rivolte alla Gen Z.
Quanto è pratico? Aiuta a capire i comportamenti d’uso in senso macro. Molto teorico, poco pratico.
È da avere in libreria? Non è un manuale da tenere sempre sulla scrivania, sicuramente da condividere il più possibile.